Perché il Brexit non può essere un Apocalisse

Il Regno Unito, con un referendum popolare, ha deciso di uscire dall’Unione Europea, rendendo il Brexit una realtà.

Il referendum ha mostrato la presenza della vera democrazia dove è il popolo che decide il suo futuro nel bene e nel male e non alcuni politici, le cui scelte vanno spesso in direzione opposta al benessere della popolazione.

Far funzionare l’Unione Europea è difficile, perché i paesi che fanno parte non sono simili da punto di vista strutturale, culturale, economico e finanziario, ma differiscono l’uno dall’altro. Questo comporta che alcune leggi e criteri impostate dall’Unione Europea possono privilegiare alcuni paesi e penalizzare altri.

L’Unione Europea porterebbe risultati positivi in caso di paesi simili, ma in caso contrario gli effetti non potranno essere positivi per tutti, ma solo per alcuni.

Spesso, l’Unione Europea si considera come una cosa irreversibile e se un paese volesse uscire gli effetti sarebbero devastanti come un Apocalisse. In realtà questa è solo un dogma e assomiglia al modo su come vengono gestite alcune organizzazioni religiose e non, in cui i propri adepti vengono convinti che se escono dall’organizzazione vivranno nell’inferno, ma invece se stano dentro e fanno cosa dicono chi governa l’organizzazione, tutto andrà benissimo e nel lungo periodo si vivrà nel paradiso.

L’uscita del Regno Unito porterà effetti negativi sulle Borse nel breve periodo, soprattutto per la presenza di una paura causata dall’incertezza che deriva dalla mancanza di casi analoghi del Brexit e alimentata da coloro che sono contrari all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Nonostante ciò, sull’economia reale gli effetti negativi saranno irrisori nel breve periodo.

Sono molti i paesi sviluppati che non fanno parte dell’Unione Europea e nonostante ciò il benessere della popolazione è maggiore. Non dimentichiamo che il Regno Unito non uscirà dall’Unione Europea da oggi a domani, ma ci vorranno almeno due anni. Il Regno Unito avrà così tutto il tempo necessario per gestire al meglio la fase dell’uscita e per fare in modo che gli effetti sul futuro del paese siano positivi.

Se nel breve periodo ci saranno effetti negativi, cosi non sarà nel lungo periodo. Questa maggiore autonomia ed indipendenza consentirà ai politici nel Regno Unito di fare delle leggi e delle politiche economiche che favoriscono il benessere collettivo dei propri cittadini.

Gli effetti positivi del lungo periodo non riguarderanno solo il Regno Unito, ma anche molti altri paesi. La maggiore consapevolezza che l’uscita dall’Unione Europea non è così negativa come sembrava, farà sì che i politici inizieranno a prendere decisioni per aumentare il benessere del proprio paese, piuttosto che prendere decisioni per rimanere dentro l’Unione Europea.

Come in qualsiasi investimento, quello che conta è il lungo periodo e non il breve periodo.

Infine, per fare in modo che il Brexit si trasforma in un maggiore benessere per i cittadini del Regno Unito è necessario che ci sia la buona volontà e l’impegno di chi governa per farlo. Ma solo questa non basta. Serve anche un maggior impegno da parte dei cittadini nel controllare l’operato di chi governa esercitando cosi i propri diritti.

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