Conto corrente: come scegliere il migliore

Le spese del conto corrente in Italia sono tra le più care d’Europa e negli ultimi anni i costi sono cresciute di più in confronto alla maggior parte dei paesi europei. Secondo l’ultima indagine della Banca d’Italia, pubblicata nel Settembre del 2019, è emerso che nel 2018 la spesa media per la gestione di un conto corrente è cresciuta di 7,5 euro rispetto all’anno precedente, attestandosi a 86,9 euro.

Le spese del conto corrente non sono gli unici costi che sono aumenti negli ultimi. La vita è diventata più costosa ed è aumentato il numero delle famiglie che fa fatica a arrivare a fine mese. Questo aumento dei costi, in genere, spinge le persone a rinunciare ai propri desideri che, anche se possono essere piccole cose, alla lunga migliorano la qualità della vita, come ad esempio cenare fuori, comprare quell’abito che piace tanto, andare in palestra, comprare un libro ecc.

In alcuni casi, però, non ci si rende conto che bastano alcuni piccoli cambiamenti per ridurre il costo della vita, soddisfare i propri desideri e di conseguenza migliorare la qualità della vita. I costi del conto corrente, ad esempio, sono uno di quei costi che si possono facilmente ridurre e addirittura eliminare oggigiorno.

Il costo complessivo del conto corrente

Negli ultimi anni è stato introdotto dalla Banca d’Italia un indicatore che misura il costo complessivo del conto corrente e che permette di aumentare la trasparenza delle comunicazioni ai consumatori. Tale indicatore prende il nome di Indicatore Sintetico di Costo (ISC) è viene riportato all’interno del foglio informativo. Si tratta di un indicatore che deve obbligatoriamente essere comunicato dalla banca prima dell’apertura del conto.

Il suo valore è ottenuto sommando i costi annuali fissi e variabili del conto corrente, modellati su sei profili tipo di utilizzo (giovani, famiglie con bassa, media ed elevata operatività, pensionati con bassa e media operatività). Tale indicatore consente di confrontare in modo immediato i costi dei diversi conti correnti offerti dalle banche.

Vale la pena evidenziare che l’ISC rappresenta un costo indicativo, in quanto calcolato su profili tipo di utilizzo, che può differire dal costo effettivamente sostenuto a fine anno, funzione dell’utilizzo effettivo del servizio fatto registrare nel corso dell’anno.

La ricerca del conto corrente

La gamma dei correnti offerti dalle banche è aumentato in misura rilevante negli ultimi anni. L’aumento non è avvenuto solo in termini quantitativi, ma anche in termini qualitativi. Inoltre, grazie allo sviluppo tecnologico oggi non serve più andare in banca per aprire il conto corrente, ma si può aprire direttamente dal divano di casa o comunque da ovunque ti trovi.

Per trovare il conto ideale, riducendo o addirittura eliminando le spese inutili, si può fare una ricerca tra i siti ufficiali delle principali banche italiane oppure si possono usare i tanti servizi di comparazione che si trovano online. Si deve fare molta attenzione nella scelta, perché nonostante alcune banche offrono conti a canone zero, spesso questi conti “nascondono” altri costi che fanno aumentare di tanto il costo complessivo del conto. Oltre ai costi, comunque, è importante tenere conto anche dei servizi che tale tipologia di conto può offrire e se tali servizi sono sufficienti per i propri bisogni.

La riduzione delle spese del conto corrente

In linea generale, se un consumatore medio vuole ridurre le spese del conto corrente, senza avere sorprese, può scegliere un conto corrente a canone zero che permette di:

  • Fare prelievi e versamenti gratis.
  • Fare bonifici SEPA gratis.
  • Ricevere l’estratto conto gratis.
  • Ricevere una carta di debito gratis.
  • Avere un deposito titoli gratis.
  • Avere l’internet banking gratis.

Se il conto corrente ha tutte le 6 caratteristiche sopra elencate, si può stare tranquilli, perché non si spenderà più neanche un euro per “mantenere” il conto corrente. Se poi il conto corrente che si andrà a scegliere offrirà anche altri vantaggi o anche regali di benvenuto meglio ancora.

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