Come può un’azienda coprirsi dal rischio di cambio

rischio di cambio impresa

Sono molte le aziende che operano a livello globale e per tale motivo sono esposte al rischio di cambio. Con tale termine si intendono le conseguenze che variazioni non attese dei tassi di cambio possono produrre sull’economicità dell’impresa. Tali effetti possono essere diretti e manifestarsi nel breve periodo, come accade, ad esempio, nel caso della svalutazione della sterlina rispetto al euro per un debitore inglese in euro, oppure indiretti e associati alle variazioni prodotte sugli equilibri di lungo periodo da modificazioni nei livelli relativi dei prezzi.

Poiché le oscillazioni del tasso di cambio si ripercuotono, con diversa intensità, su una molteplicità di aspetti dell’impresa è importante cercare di capire in che modo, in che misura e in quali ambiti l’impresa è soggetta al rischio di cambio. Vediamo adesso le diverse tipologie di esposizione dell’impresa al rischio di cambio e i metodi utilizzati per coprirsi da tale rischio.

Le tipologie di esposizione al rischio di cambio

Solitamente, per un’azienda che opera a livello internazionale Vengono definite tre tipologie di esposizione al rischio di cambio:

  • L’esposizione economica. Si incorre in un’esposizione economica o operativa quando una variazione inaspettata del corso di cambio influisce sul valore attuale dell’impresa a causa di alterazioni dei futuri flussi di cassa operativi, ovvero causando variazioni nei prezzi, nelle vendite, o nei costi in un periodo futuro. Questo rischio viene definito anche competitivo, perché le decisioni che vengono prese di conseguenza rientrano nel piano strategico dell’azienda, dovendo essere coerenti con il posizionamento competitivo determinato dai prezzi. La gestione strategica di questo tipo di esposizione spesso si concretizza in una diversificazione geografica e valutaria delle operazioni, quali i mercati di approvvigionamento, di sbocco, il collocamento delle unità produttive, i mercati dei capitali per il reperimento di finanziamenti, e non può prescindere da un’approfondita analisi dei contesti competitivi in cui agisce l’impresa, con il monitoraggio dei tassi di cambio in cui operano anche gli altri soggetti che si muovono nello stesso mercato.
  • L’esposizione da traduzione. Tale esposizione è riferita al rischio di variazione del patrimonio sociale dovuta ad una contabilizzazione alterata di operazioni poste in essere in divisa diversa da quella di conto. Un esempio è la redazione del bilancio consolidato di un’impresa con unità operative estere. Il metodo di registrazione contabile di attività o passività esposte al rischio di cambio non dovrebbe però influenzare le decisioni finanziarie e operative, non corrispondendo ad una vera variazione reale del valore dell’impresa ma solo ad un’aggregazione convenzionale di valori tradotti in valuta di conto.
  • L’esposizione da transazione. Questo tipo di rischio può sorgere quando l’azienda acquista o vende prodotti a debito/credito tale per cui i prezzi sono espressi in valuta estera e vanno corrisposti in un tempo successivo a quello della stipula del contratto. Un altro caso può essere di un prestito da rimborsare (o essere rimborsato) sempre in un momento futuro e in una divisa straniera, oppure l’assunzione di attività o passività per le quali va corrisposto successivamente un prezzo non espresso nella moneta di conto. Sono diversi i metodi di copertura di questo tipo di esposizione, alcuni dei quali vengono definiti interni, altri invece si definiscono esterni.

Metodi aziendali interni per coprirsi dal rischio di cambio

I metodi aziendali interni per coprirsi dal rischio di cambio nel caso dell’esposizione da transazione si riferiscono alla sfera operativa dove si interviene per cercare di ridurre i reali flussi di cassa soggetti al rischio di cambio. Tra i metodi aziendali interni possiamo menzionare:

  • La fatturazione in valuta. questo metodo permette la traslazione o la condivisione del rischio di cambio con la controparte del contratto. Ad esempio, una parte dell’esposizione può essere condivisa con il venditore (o acquirente), nel caso in cui si decide che una percentuale del prezzo da corrispondere venga espressa in valuta di conto mentre la rimanente in valuta estera. Ovviamente queste operazioni dipendono dal potere contrattuale delle controparti, e con la consapevolezza che le trattative per questo genere di accordi potrebbero anche portare come conseguenza il rivolgersi dell’altro attore ad una concorrenza che avanza meno pretese sulla condivisione del rischio di cambio.
  • Il metodo Lead and Lag. Con la parola Lead si intende l’anticipo dei pagamenti, ed è una strategia che vuole adottare chi pone in essere un contratto in cui è destinato a ricevere (o pagare) una somma espressa in valuta debole (forte) così da essere meno svantaggiato dall’eventuale deprezzamento (apprezzamento). La parola Lag, all’opposto, vuol dire regolamento differito, ed è una strategia che adotta chi deve incassare (o pagare) un ammontare in valuta forte (o debole), così da trarre vantaggio dall’eventuale apprezzamento (deprezzamento) della divisa. Anche il successo di questo metodo è fortemente correlato al potere contrattuale degli attori, perché così come un soggetto ha convenienza a ritardare il pagamento in valuta debole, la controparte desidera invece anticiparne l’incasso per arginare le conseguenze di un eventuale deprezzamento.
  • Il metodo della compensazione delle posizioni valutarie. Questo metodo prescrive di calcolare sempre l’esposizione netta verso quella divisa, e successivamente applicare strumenti, interni o esterni, solo al valore netto risultante ancora esposto al rischio di cambio. Per facilitare questa procedura spesso viene creato un Reinvoice Centre, che non è altro che una filiale finanziaria che centralizza la gestione dei flussi in valuta ed il conseguente rischio di cambio netto.

Metodi aziendali esterni per coprirsi dal rischio di cambio

I metodi aziendali esterni per coprirsi dal rischio di cambio nel caso dell’esposizione da transazione sono rappresentati dall’insieme degli strumenti finanziari che consentono di fare hedging, ossia gli strumenti derivati. Come già sappiamo, gli strumenti derivati sono strumenti finanziari il cui valore deriva e dipende da variabili sottostanti. Il sottostante può essere un’obbligazione, un’azione, un indice finanziario, un tasso di cambio, una materia prima ecc. Tra gli strumenti derivati più utilizzati per coprirsi dal rischio di cambio possiamo menzionare:

  • Il currency forward. Si tratta di un contratto negoziato Over the Counter, che prevede la consegna di una determinata quantità di divisa ad una precisa data futura per un prezzo predeterminato al momento della stipula del contratto. Questa operazione permette all’unità di tesoreria dell’impresa di sapere con certezza il valore effettivo commerciale a pronti della negoziazione posta in essere che richiederà l’incasso o il pagamento di un ammontare in divisa in un momento futuro.
  • Il currency future. Si tratta di un contratto negoziato in mercati regolamentati, che viene negoziato in mercati regolamentati. Nel currency future i contraenti si obbligano a cedere, o a ricevere, a termine un certo ammontare di valuta ad un cambio prefissato. Dal punto di vista di un hedger, l’utilizzo dei futures è simile a quello dei forwards, eccetto per il deposito iniziale di garanzia da versare e per il numero di contratti da porre in essere, che dipende dall’importo totale che si vuole coprire e dall’ammontare delle futures quotate.
  • Il currency option. Si tratta di un contratto negoziato in mercati regolamentati, che dà ad una controparte il diritto di acquistare (call) o vendere (put) una determinata quantità di valuta ad un tasso di cambio prefissato (prezzo d’esercizio) ad una data futura. Come nel caso dei futures, per la vendita di puts e calls quotate va istituito un deposito di garanzia presso l’intermediario finanziario (il broker) di cui ci si serve per le negoziazioni, il quale a sua volta effettuerà un’operazione simile presso uno dei soci della Options Clearing Corporation (OCC), organo responsabile della copertura del rischio di insolvenza legato al mercato delle opzioni comparabile al clearing house (cassa di compensazione).
  • Il currency swap. Si tratta di un contratto negoziato Over the Counter, che prevede lo scambio di futuri pagamenti in divise differenti. La forma più semplice prevede la sottoscrizione di una Confirmation che comporta la corresponsione di un capitale più gli interessi a tasso fisso in due valute differenti. Ricordiamo che la Confirmation è l’accordo legale, per le cui specifiche solitamente ci si avvale delle indicazioni rilasciate dall’International Swaps and Derivatives Association nei Master Agreements contenenti le clausole e la terminologia di questi contratti.

Conclusione

In conclusione si può dire che l’azienda ha a disposizione una ampia gamma di metodi sia interni che esterni per coprirsi dal rischio di cambio. La scelta sul metodo da utilizzare dipenderà da una serie di fattori e da una dettagliata analisi che dovrà essere effettua dalla collaborazione di diversi dipartimenti.

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